Osteoartrite nei cani

Uno studio randomizzato cieco controllato con placebo che indaga gli effetti della terapia di fotobiomodulazione (PBMT, photobiomodulation therapy) nell’osteoartrite del gomito canino.

Andrea L.Looney, Janice L. Huntingford, Lauren L: Blaeser, Sabine Mann

Can Vet J 2018; 59: 959-966

L’osteoartrosi (OA) o osteoartrite è una malattia cronica degenerativa delle articolazioni, che colpisce almeno il 26% della popolazione canina adulta e l’80% dei cani in età geriatrica. L’OA può essere di tipo primario, ovvero senza presenza di altre patologie precedenti, oppure un’OA secondaria come conseguenza di un’altra patologia.

In termini di diagnosi, è fondamentale eseguire un’anamnesi corretta e completa insieme a un esame dettagliato e una valutazione funzionale, come anche dei test complementari.

Il trattamento raccomandato è di tipo multimodale e include il trattamento farmacologico, la chirurgia, eventuali nutraceutici, il controllo del peso, la fisioterapia e la riabilitazione.

A causa della sua alta incidenza e presenza di malattie concomitanti che possono rappresentare una controindicazione per alcuni trattamenti farmacologici, si è alla continua ricerca di opzioni terapeutiche diverse.

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In questa ricerca di diverse opzioni terapeutiche, la dottoressa Andrea L. Looney et al. hanno pubblicato uno studio del 2018 su cani con OA del gomito. È stato considerato che l’effetto della fotobiomodulazione è strettamente legato ai parametri utilizzati, considerando che possono verificarsi effetti negativi o effetti minori. Inoltre, gli effetti fondamentali della terapia laser possono essere di aiuto per i pazienti con osteoartrosi.

Lo studio ha incluso un totale di 20 pazienti (11 cani nel gruppo trattato con il laser e 9 nel gruppo di controllo) con osteoartrosi dei gomiti, di età compresa tra 2 e 13 anni. L’esame dei pazienti facenti parte dello studio mostrava una riduzione del range di movimento, dolore in estensione o flessione del gomito e radiografie o TAC con diagnosi di OA. I cani inclusi nello studio assumevano FANS da più di una settimana e avevano valori di emocromo, biochimica e tiroide normali.

Il grado di zoppia (0/5- 5/5) e il dolore sono stati valutati tramite la scala di Helsinki.

Il dosaggio utilizzato per la terapia laser è stato di 20 J/cm2, essendo un laser di classe IV. È stato trattato due volte alla settimana per 6 settimane.

Per quanto riguarda i risultati ottenuti in questo studio, si è osservato che è stato possibile ridurre i FANS nell’82% dei casi, ovvero in 9 degli 11 pazienti inclusi nel gruppo trattato con il laser. Per quanto riguarda i pazienti nel gruppo di controllo, non è stato possibile ridurre i FANS in 5/9 pazienti, per 2/9 pazienti è stato necessario aumentare la quantità di FANS mentre in 2/9 pazienti si è dovuto passare a un altro FANS per il controllo dei sintomi dei pazienti. Per quanto riguarda il grado di zoppia, è stato osservato un miglioramento significativo nel gruppo trattato con il laser e lo stesso vale per la misurazione sulla scala di Helsinki.

Pertanto, con i risultati presentati nel presente studio, si è giunti alla conclusione che la terapia laser è risultata utile nei pazienti con OA del gomito, con un dosaggio da 10-20 J/cm2 per 6 settimane e un trattamento due volte a settimana.

A livello sperimentale, esistono diversi studi che confermano gli effetti della terapia laser sulle articolazioni. Mentre nell’uomo ci sono numerosi articoli che mostrano i benefici della terapia laser nell’OA e in diverse patologie muscolo-scheletriche. Questo studio pubblicato nel 2018, con cani come gruppo di studio, conferma i benefici del laser sul sistema muscoloscheletrico.

Considerando l’alta incidenza nella pratica clinica quotidiana, la terapia laser diventa una delle opzioni terapeutiche per il trattamento dell’OA. Può essere usata utilizzata come unico trattamento o con altre opzioni terapeutiche raccomandate per l’OA, diventando così uno strumento fondamentale nell’approccio a questa patologia.

Inoltre, come indica lo studio, può essere combinata con l’uso di FANS orali, senza controindicazioni. A volte, a causa della presenza di malattie concomitanti, l’uso dei FANS può rappresentare un rischio per i pazienti, riducendo le opzioni farmacologiche, motivo per cui la ricerca di nuove opzioni terapeutiche è essenziale, dato che i pazienti vivono sempre più a lungo. Tale longevità implica la ricerca per una qualità della vita di livello superiore.

La terapia laser è presentata come una tecnica non invasiva, con tre effetti principali: effetto analgesico, controllo dell’infiammazione e riparazione di diversi tessuti.

DoctorVet dispone di raccomandazioni e protocolli specifici per ogni articolazione su come migliorare le tecniche di applicazione.

La cosa migliore che si può condividere è la conoscenza“.
Alain Ducasse

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