Stimolazione dei fibroblasti mediante terapia laser

Noi di DoctorVet consideriamo la scienza fondamentale per dimostrare i benefici della terapia laser. In questo blog, riassumiamo l’articolo pubblicato nel 2014 dal dott. Martignago et al, dal titolo “Effetto della terapia laser a bassa leva sull’espressione genica del collagene e del fattore di crescita endoteliale vascolare in una cultura di fibroblasto“.

Riassunto

Lo scopo dello studio era di osservare gli effetti della terapia laser su una coltura in vitro di fibroblasti di topo, guardando l’espressione dei geni del collagene di tipo I alfa 1 (COL1α1) e del fattore di crescita endoteliale, utilizzando dosaggi diversi ma con la stessa lunghezza d’onda.I fibroblasti sono stati trattati con un laser terapeutico all’arseniuro di gallio ad una lunghezza d’onda di 904nm ogni 24 ore per 2 giorni consecutivi. 

Dividere le colture cellulari in tre gruppi:

  • G1: gruppo di controllo
  • G2: gruppo trattato con il laser; dosaggio 2J/cm2
  • G3: gruppo trattato con il laser: dosaggio 3J/cm2

In G2, si osserva una maggiore espressione del gene COL1α1 mettendo a confronto G1 e G2. Mentre per il gene VEGF, si osserva un aumento in G2 e G3 rispetto a G1.

Introduzione

La terapia laser è nota clinicamente per ridurre il dolore, l’infiammazione e promuovere la riparazione dei tessuti. Molti degli studi condotti con la terapia laser sono volti a comprendere meglio il processo di guarigione delle ferite, la sua complessità e i meccanismi coinvolti.  Molti studi dimostrano l’importanza di un gran numero di proteine coinvolte nella proliferazione cellulare che si verifica, una di queste è il collagene di tipo I, così come il fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGF).

Materiale e metodi

Questo studio è stato approvato dal Comitato Etico, utilizzando fibroblasti del tessuto connettivo del topo, mantenuti in colture cellulari in un ambiente CO2 ad una temperatura di 37ºC.

Il dispositivo laser è un laser all’arseniuro di gallio con una lunghezza d’onda di 904nm, una frequenza di 10 KHz, una potenza di 50 mW, un tempo di impulso di 100 nm, una potenza di picco di 50W e un duty cycle di 0,1%. 

Le colture cellulari sono state divise in tre gruppi: G1 (gruppo di controllo, nessun trattamento); G2 (trattamento laser a un dosaggio di 2 J/cm2); G3 (trattamento laser a un dosaggio di 3 J/cm2).

Le cellule hanno ricevuto la terapia laser ogni 24 ore per due giorni consecutivi, con applicazione a contatto diretto tramite piastra.

Risultati

L’analisi dei risultati ha mostrato una differenza significativa in G2 in termini di livelli di COL1α1 rispetto a G1. Nello studio, non hanno osservato differenze tra G1 e G3 nell’espressione di questo gene.

Al contrario, nell’espressione di VEGF, una differenza significativa è stata osservata in G2 e G3 rispetto al gruppo di controllo (G1), essendo leggermente più alto in G3 rispetto a G2.

Discussione

Gli autori dell’articolo hanno realizzato un’interessante revisione della letteratura, confrontando altri articoli che valutano i suddetti parametri. Tengono anche conto dell’uso di diverse lunghezze d’onda e di diverse colture cellulari. Molti degli articoli di riferimento mostrano risultati simili per l’espressione di COL1α1 e VEGF.

Alcuni riferimenti mostrano che a dosi più elevate c’è una riduzione dell’espressione del collagene di tipo I.

Conclusione

Gli autori concludono che la terapia laser, con i parametri utilizzati nello studio, mostra una stimolazione dell’espressione genica per COL1α1 e VEGF in una cultura cellulare di fibroblasti di topo ad un dosaggio di 2J/cm2.

Vedere per credere!

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Gli studi in vitro sono necessari per capire meglio cosa succede a livello cellulare nell’interazione tra fotoni e cellule, capire cosa succede con la terapia laser e le reazioni che hanno luogo si traducono in migliori studi in vivo, portando a un potenziamento e miglioramento dei parametri della terapia laser.

In questo caso, vengono studiati parametri importanti nel processo di guarigione delle ferite, valutando alcuni parametri della terapia laser, nel suddetto studio si confrontano due dosi, dimostrando l’importanza di un dosaggio corretto. Un dosaggio troppo basso non porterà ad alcun effetto di fotobiomodulazione, mentre un dosaggio troppo alto può portare all’inibizione del processo di guarigione.

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